Quando scegli di raggiungere un obiettivo il tuo punto di arrivo deve essere chiaro, preciso e ben definito. Spesso però un allenatore non ha chiaro dove vuole arrivare. Cioè, vuole vincere, ma gli step necessari ad arrivarci sono fumosi e si perdono nella nebbia.
Iniziamo a fare dei passaggi mentali per trasformare la nebbia in una luce che ci guida. Perchè tutti abbiamo provato la sensazione di voler allenare ogni singolo aspetto, tutti abbiamo senti la sensazione che gli atleti non crescono e tutti abbiamo sentito almeno una volta la sensazione di pensieri troppo pesanti durante l’allenamento.
Punto 1. Non tutto ha la stessa priorità. Se hai un obiettivo di gioco o sull’atleta quel punto di arrivo deve essere il solo faro che ti guida. Con tempi e modi che ha predefinito, ma deve essere il solo faro. Non puoi seguire più luci nella notte e sperare di arrivare nel porto.
Punto 2. Le priorità che ti dai non sempre ti permettono di far vincere il tuo atleta o la tua squadra, ma di sicuro ti permette di farli crescere. La strada verso il successo non è fatta di momenti gioiosi, ma di fatica e sudore.
Punto 3. Pensare troppo durante l’allenamento appesantisce. Programmare prima, valutare dopo. Ma durante lasciare andare il cervello e seguire l’istinto in tutto quello che senti essere un vantaggio per l’atleta, per la squadra o per te come allenatore. Segui l’istinto e non pensare troppo.